Islanda - parzialmente nuvoloso
L'estate 2018 in Islanda si è resa indimenticabile: Reykjavik nel mese di giugno ha visto solo 70 ore di sole e la temperatura di 13° è stata la più bassa della media degli ultimi 10 anni. E' necessario risalire al 1914 per trovare dati peggiori.
Dato che, poi, una larga fetta di turisti dorme in tenda, a causa del maltempo parecchi campeggi hanno registrato un sensibile calo delle presenze.
Ma non certo per colpa mia.
Ogni mattina, ho lietamente aperto gli occhi cullato dal ticchettio della pioggia sul telo della tenda.
E ogni sera l'ho gioisamente rimontata ancora madida fra pozze di terra e scrosci intermittenti.
Sul tappetino della macchina che ho preso a noleggio, il cui abitacolo si caratterizzava per un' umidità costante del 120%, si sono ricreate le condizioni ideali per la vita e un lupino viola è sbocciato spontaneamente.
Ho sentito le parole del gestore pugliese di una creperie di Reykjavik, che con gli occhi depressi di un San Bernardo e fugaci guizzi appannati di pupille folli, mi ha confidato di avere prenotato un biglietto senza ritorno verso le sue origini e di contare di mutare il suo colore da grigio balena a giallo extra vergine.
Ho visto con i miei occhi un caro amico, il cui equipaggiamento si è rivelato non sufficientemente impermeabile, assumere acqua solo per via epidermica per giorni.
E poi, finalmente, a sazietà, 12 notti su 13 le ho viste.
Le mitiche nuvole di mezzanotte..
Iceland - partly cloudy
Summer 2018 in Iceland became unforgettable: in June, Reykjavik saw only 70 hours of sunshine and the temperature of 13 ° was the lowest of the average of the last 10 years. It is necessary to go back to 1914 to find worse data.
Since, then, a large slice of tourists sleeps in tents, due to bad weather, several campsites have experienced a noticeable drop in attendance.
But certainly not my fault.
Every morning, I happily opened my eyes, lulled by the patter of rain on the curtain.
And every evening I joyfully reassembled it still between puddles of earth and intermittent showers.
On the carpet of the car I rented, whose interior was characterized by a constant humidity of 120%, the ideal conditions for life were recreated and a purple lupine bloomed spontaneously.
I heard the words of the Apulian manager of a Reykjavik creperie, who with the depressed eyes of a Saint Bernard and fleeting flashes of crazy pupils, told me that he had booked a ticket with no return to his origins and that he was counting on changing its color from whale gray to extra virgin yellow.
I saw with my own eyes a dear friend, whose equipment turned out to be not sufficiently waterproof, to take water only epidermally for days.
And then, finally, to satiety, 12 nights out of 13 I saw them.
The mythical midnight clouds ..