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Tappi e Involucri

date » 28-07-2016 23:22

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Ecco un breve elenco delle situazioni che incontro più di frequente un po’ dappertutto.

Caso A: Il fotoreporter
Porta la macchina fotografica al collo, rigorosamente spenta (così non si scarica la batteria) e con il tappo sull’obbiettivo (onde evitare la pioggia frequente di polvere interstellare che potrebbe danneggiarlo).

Variante: Il tappo è collegato con un mini laccio alla macchina fotografica, di modo da non rischiare di perderlo. Il risultato è scattare con un aggeggio tondo che penzola ondeggiante nel vuoto ad altezza variabile. Fastidioso come una zecca ipertrofica. Ho ucciso a casaccio per molto meno.

Caso B: Il fotoreporter monco
Vedi caso A con un’aggravante: L’utente, come da titolo, è monco. Nel senso che una mano è inutilizzabile perché espleta la fondamentale funzione di protezione dell’obbiettivo (comunque coperto dal tappo: ma la sicurezza non è mai troppa).

Caso C: Il fotoreporter Pronto (da suggerimento di un collega che ringrazio)
Con ‘Pronto’ mi riferisco alla marca di custodie che permettono di liberare la macchina in un amen.

Ovviamente, in ogni caso, nel momento in cui ABC decidono che un soggetto è degno di essere immortalato:

1. (Solo per il caso C): liberano velocissimamente la macchina dalla custodia
2. Puntano il soggetto, ma si accorgono di avere il tappo
3. Tolgono il tappo, ma si accorgono che la macchina è spenta
4. Accendono la macchina, ma si accorgono che il soggetto non c’è più (a meno che si tratti di una quercia millenaria).

Ora la mia domanda è: se dovete scrivere, la penna non la tenete forse in mano (o al massimo dietro l’orecchio)? E se è dotata di tasto per estrarre la punta, non è forse abbassato?
E allora perché la vostra macchina fotografica non è accesa e il suo occhio non è aperto?

Quando esco per fare fotografie, se mi sono recato sul posto in macchina, il tappo spesso lo lascio nel portaoggetti dell’automobile (che mi fa peso in tasca). E da quando metto piede sull’asfalto a quando non rientro in auto, la fotocamera è in mano e sempre accesa (Ricordate che per la legge di Murphy è probabile che appena l’avrete riposta nello zaino, un elefante con le ali vi passerà bellamente sopra la testa schernendovi senza pietà). Se avete paura che si scarichi portatevi una pila supplementare.
Se, sul serio temete per la vostra lente, compratevi un filtro protettivo. Io personalmente non ne ho mai usati e per preservare il mio obiettivo monto sempre il paraluce che ritengo più che sufficiente.

Buon pro vi faccia.




Genesi di uno scatto

date » 04-04-2016 22:35

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Questa è una delle fotografie di ‘Pellegrini’ che amo di più.

L’ho scattata il giorno seguente la canonizzazione dei due ‘papi’. A differenza del sabato, non ho avuto problemi a raggiungere piazza san Pietro.
E’ metà mattina e vedo questa suora. Prova a cantare e a pregare ma è troppo stanca e continua ad addormentarsi.

La prima foto non è male, l’inquadratura è praticamente identica a quella che sceglierò, ma il suo viso si vede poco ed è troppo in ombra.

La seconda è quella giusta, anche se la signora a sinistra seduta per terra con la camicia bianca un po’ la odio (nonostante ci sia la santa messa, sia una bella giornata e ci si senta tutti più buoni). Se dividiamo l’immagine in funzione della sezione aurea, notiamo che viso e mani della suora si trovano in punti chiave della fotografia.

La terza mi piace: il cielo, le due suore di spalle e gli occhi sopra le mani mi soddisfano. Ricordo di essermi mosso un po’ per riuscire a incastrare lo stemma del foulard del ragazzo fra le due suore. Non ho potuto però evitare di tagliare la signora sulla sinistra..

Nell’ultima, la suora è probabilmente troppo decentrata, le manca un alluce e le vere protagoniste sono le scarpe e le gambe delle suore di spalle.


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Razione K

date » 29-01-2015 11:55

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In Cappadocia ho ritrovato la serenità del fotografo di paesaggio. Che non sono. Il silenzio di questi luoghi e la loro imponente maestosità sono ipnotici. Potrei scattare anche senza macchina e fare click schioccando la lingua. La sera tornerei a casa ugualmente felice.

la ragazza di porcellana

date » 24-11-2014 21:21

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milano 22.11.2014

Le donne orientali hanno sempre esercitato un fascino particolare su di me. Me le immagino senza pelle né pori. Levigate e bianche come statue di cera.


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Bergamo non è Bombay

date » 07-11-2014 22:39

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Ma è allenante. Ti aiuta a stanare qualcosa di accettabile anche là dove non c'è apparentemente nulla di buono.

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3 strati

date » 31-10-2014 15:28

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'Due cose necessarie alla sopravvivenza di un uomo...un quadrato di terra per far riposare il corpo e un quadrato di cielo per far riposare gli occhi' - Trattato sull'immensità del mondo - Sylvain Tesson

..e l'espressione di gioia di un amico sempre sorridente.


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senza titolo

date » 11-10-2014 11:57

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'Ho sempre pensato che la fotografia sia come una barzelletta: se la devi spiegare non è venuta bene'
Ansel Adams

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mai, per sempre

date » 10-08-2014 19:27

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'l’istante fotografico non è il presente, quello della registrazione, del fissare-fissazione, del documento, ma il taglio temporale, l’apertura longitudinale di un varco, di un intervallo, di un ‘tra’'
Elio Grazioli – Corpo e figura umana nella fotografia

Caduco prossimo d’eterno trascorso breve sempre, misero e altero mai.
Vorrei gli spazi delle case di(s)messe. Enormi, vuoti e senza tempo.


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lego al lago

date » 04-08-2014 12:06

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Ieri ero al lago di Garda. Il passeggio lungo la riva era piuttosto denso.
Ho inquadrato e mi sono bloccato.
Mentre aspettavo che arrivassero, ho pensato che a volte (o sempre?) fare una fotografia è come giocare con i lego. A seconda delle combinazioni d’incastro (perché questo devi fare: incastrare) ottieni risultati diversi.
E più pezzi hai, più diventa difficile. E divertente.

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why be normal?

date » 31-07-2014 12:00

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La frase del titolo l’ho trovata scritta su dei tapis roulant in occasione della colossale fiera del fitness di Rimini. In effetti sembrava di essere sbarcati su un altro pianeta. Ecco dei particolari di alcuni extraterrestri..

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